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Pedagogisti ed educatori socio-pedagogici vicini al traguardo

Pedagogisti ed educatori socio-pedagogici vicini al traguardo

I bisogni educativi e formativi avvertiti nella nostra società, determinati, tra gli altri, dalla sempre più crescente complessità delle relazioni educative, nonché l’importanza della prevenzione delle varie manifestazioni di disagio, anche scolastico, di abbandono e di violenza, in tutte le sue forme, indicano la necessità di favorire il pieno sviluppo delle potenzialità degli studenti attraverso il sostegno delle capacità educative dei genitori e degli insegnanti. La proposta di legge C. 659 Varchi, da cui a seguito dell’esame in VII Commissione è scaturito il “Testo unificato C. 596 D’Orso, C. 659 Varchi, C. 952 Patriarca e C. 991 Manzi – Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche”, è stata presentata in un momento nel quale la necessità di un apporto educativo, condotto in modo professionale, è stato avvertito in maniera consistente come afferma la presidente dell’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani (ANPE) dr.ssa Maria Angela Grassi. Disattendere tali necessità risulterebbe quindi piuttosto miope come continuare ad affidarne la gestione ad altre professionalità degne però di competenze diverse. L’esigenza del riconoscimento di figure professionali specifiche quali il pedagogista e l’educatore socio-pedagogico – continua la dr.ssa Grassi – è stata peraltro già individuata e riconosciuta dall’art.1, comma 594 della legge di bilancio 2018 (legge 27 dicembre 2017, n. 205) e già nella precedente legislatura il gruppo di Fratelli D’Italia aveva presentato una proposta di legge in tal senso con prima firmataria la On. Carolina Varchi che ha dato voce ai pedagogisti ed educatori professionali socio-pedagogici, privi da sempre del necessario riconoscimento ordinistico. Altre proposte di legge, concernenti l’istituzione di un Ordine delle professioni pedagogiche e dell’istituzione di un Albo dei pedagogisti e di un Albo degli educatori professionali socio-pedagogici, sono state presentate nel corso di questa legislatura perché la politica – sostiene la presidente nazionale ANPE – ha ben compreso che solo il percorso istituzionale sia quello che può condurre alla realizzazione del raggiungimento di un obiettivo che necessita di un riconoscimento giuridico.

La proposta di legge di recente formulazione, finalizzata alla regolamentazione delle figure professionali operanti in campo pedagogico ed educativo nel solco delle precedenti, vuole ribadire la necessità di una sistematizzazione di professionalità quanto mai necessarie: il pedagogista e l’educatore professionale socio-pedagogico – aggiunge il Segretario e Tesoriere nazionale dell’ANPE dr. Andrea Scaffidi perché nella società della conoscenza, infatti, è indispensabile che i compiti educativi, che comportano la presa in carico e l’orientamento allo sviluppo della persona, alla sua crescita – anche quando si tratta di adulti – o alla sua integrazione sociale, siano svolti con competenza e professionalità da quelle figure professionali che sono state formate allo scopo.

L’esigenza di offrire una cornice normativa, finalizzata alla valorizzazione e all’ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative, condivisa da tutto l’arco parlamentare come dimostrato dal celere e puntuale lavoro svolto dalla VII^ Commissione della Camera dei Deputati – conclude il dr. Scaffidi – induce, pertanto, a considerare realizzabile e indispensabile un pieno accoglimento della proposta, per la quale il 29 maggio scorso è iniziata in Assemblea della Camera dei Deputati la discussione, che proseguirà il prossimo 8 giugno, data in cui se ne auspica l’approvazione.


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